09 nov 2009
È appena passata una settimana in cui le liste hanno fatto parlare di sé.
- Twitter ha inaugurato il 30 ottobre la nuova feature che consente di creare infinite liste di contatti nominandole con etichette a piacere
- Repubblica.it ha pubblicato un articolo sulla passione dilagante sul web per i vari programmi di creazione liste (personali, di lavoro, to-do list, ecc.)
- Umberto Eco ha tenuto una conferenza al Louvre sul tema “La Vertigine della Lista”, che inaugura un ciclo di conferenze sul tema delle liste
La Vertigine della Lista è anche il titolo dell’ultimo saggio di Eco in cui viene affrontato il tema della fascinazione delle liste nella storia e proposte le classificazioni di “liste pratiche” e “liste poetiche”.
Sia le liste di Twitter che il nuovo libro di Umberto Eco suggeriscono alcune definizioni importanti per i nuovi scenari della comunicazione:
- Le liste sono una forma di riduzione della complessità
- Sono dunque una cura al disordine digitale, uno spazio di sospensione del flusso disorganico e prorompente di informazioni e contenuti tipico del Real Time Web e della comunicazione nell’era digitale in genere.
- Le liste sono una forma di narrazione e descrizione della realtà
- Propongono priorità e interpretazioni e, anche se meramente pratiche (come le liste di Twitter), incarnano una certa potenzialità poetica o fascinatoria;
- Le liste sono una risorsa di identità
- Suggeriscono un’autorevolezza del contenuto, spesso uno schema di principi e di intenti; le liste sono tanti piccoli manifesti valoriali o del pensiero cui aderire o no (e le identità negative sono quelle più forti, si sa).
Sono concetti astratti, cari alle scienze sociali, ma facilmente declinabili in pratiche di comunicazione sostenibile nell’era del digitale e del real time web.
Chiunque abbia l’onere o la voglia di comunicare in questa era distinta da disordine, disattenzione e alta competizione sui contenuti deve sicuramente avvicinarsi a questi concetti.
Saper fornire priorità, interpretazioni e risorse di identità, più o meno forti, è stata e sarà sempre la migliore strategia di comunicazione sostenibile per conquistare autorevolezza e attenzione.
Ridurre la complessità deve imporsi come principio di ecologia della informazione da applicare nei vari mezzi e tecniche di comunicazione istituzionale, aziendale o personale.
Anche utilizzando le liste di Twitter.
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Post pubblicato da Fabrizio Napoli il 09 nov 2009
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