10 set 2012
L’uso degli Infographic (o Infografiche) è aumentato considerevolmente negli ultimi mesi.
La diffusione dell’utilizzo degli Infographic come modello di rappresentazione di un contesto di contenuti solleva però alcune questioni che è il caso di riasssumere, quanto meno perché entrino nel discorso sul futuro degli ecosistemi dell’informazione e della conoscenza.
- Il culto dell’oggettività dei dati
- L’uso degli Infographic evoca una data religion, un credo dogmatico che vuole che l’intepretazione non possa esistere senza un set di misure, rilevazioni, indici e trend. In questo creed, solido e diffuso, i dati sono fatti, non elementi per capire i fatti. Ma in realtà pochi Infographic si preoccupano di dichiarare l’origine dei dati rappresentati al punto che alcuni (in questo caso Matt Cutts di Google) hanno sollevato il problema di uno scarso fact-checking delle informazioni presenti in molti di essi. C’è da aggiungere inoltre che spesso, anche quando riportate, molte fonti di dati sono poco autorevoli, poco controllabili o del tutto inattendibili. La data religion che diffonde sempre più l’uso degli Infographic è, almeno in questo stadio, un’enorme promessa di oggettività a cui manca spesso l’oggetto stesso.
- Dal discorso all’intepretazione all’azione
- Gli Infographic sono contenuti apparentemente neutri . In realtà possono essere un potente artificio visivo per spostare efficacemente l’equilibrio di una esposizione dal discorso all’intepretazione all’azione. Possono dunque accelerare ed enfatizzare i processi decisionali a svantaggio del momento discorsivo e intepretativo di un contenuto. Sono quindi elementi dotati di un certo potere di cui bisognerà sempre di più tener conto.
- Dalla content pollution alla data pollution
- L’uso degli Infographic non può trascendere le questioni legate alla ecologia dell’informazione e alla comunicazione sostenibile. Il pericolo di un inquinamento da “troppi dati” dell’informazione c’è e va osservato nei prossimi mesi nel suo evolversi.
- Dal web dei contenuti al web dei dati
- Gli Infographic possono introdurre un cambiamento nell’aspetto della rete? Si passerà da un web fatto da User Generated Content ad uno fatto esclusivamente di dati e rappresentazioni grafiche prodotte da pochi soggetti (con nuovi rapporti di potere tra fonti di contenuto e fruitori)? O il diffondersi degli Open Data potrà in ogni caso riequilibrare, nel web dei dati, i rapporti di potere?
Idee per un uso sostenibile degli Infographic
- Usare gli Infographic come strategia di riduzione della complessità di un discorso
- Sviluppare Infographic in relazione a set di dati accessibili e verificabili
- Introdurre pratiche di sviluppo collaborativo degli Infographic in cui l’intervento di più soggetti possa conferire maggiore autorevolezza e trasparenza ai dati rappresentati. Ad un livello più ampio lo sviluppo in chiave social degli Infographic potrebbe anche delineare nuovi aspetti della cittadinanza digitale e della partecipazione democratica alle scelte di governo.
Commenti (1)
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Post pubblicato da Fabrizio Napoli il 10 set 2012
in Ecologia dell'informazione
11 settembre, 2012 H: 09:10
Ciao Fab,
sono completamente d’accordo con il tuo articolo.
Internet è accessibile, veloce e facile da usare: si cade nella trappola della semplificazione che accorcia i tempi di reazione.
Il mondo reale invece va verso una complessità sempre crescente. Mai dimenticarlo…